Implantologia


L’implantologia è una branca della Chirurgia Orale che si occupa della riabilitazione funzionale dei pazienti affetti da edentulismo totale o parziale tramite l’utilizzo dei cosidetti impianti dentali, ovverosia dispositivi in titanio che, inseriti chirurgicamente nell’osso mascellare o mandibolare, simulano la funzione della radice naturale del dente, permettendo la connessione di protesi, fisse o rimovibili per la restituzione della funzionalità masticatoria e dell’estetica.

Alla scuola svedese (Branemark) si deve il concetto di “osteointegrazione” e lo sviluppo dei primi protocolli chirurgici per l’inserimento in sicurezza degli impianti endossei, che prevedevano il carico differito, ovvero un tempo di attesa variabile da 3 a 6 mesi in base al sito chirurgico prima di procedere alla protesizzazione dell’impianto.
Nel corso degli anni si è assisitito ad una vera e propria rivoluzione delle tecniche chirurgiche collaterali, quali la chirurgia ricostruttiva (GBR: Guided Bone Regeneration) dei siti ossei atrofici, di pari passo con il continuo sviluppo merceologico di superfici implantari sempre più performanti ed affidabili. L’implantologia moderna è oggi disciplina largamente sperimentata ed efficace in grado di risolvere quasi tutti i problemi di edentulismo, funzionali e/o estetici che siano.

Le metodiche di implantologia prevedono principalmente due tecniche chirurgiche:

  • two stage: in due fasi, la prima prevede l’inserimento dell’impianto che viene lasciato sommerso al di sotto della mucosa, successivamente, a distanza di 3-6 mesi, tempi fisiologici per l’osteointegrazione, si rientra nel sito implantare per permettere la connessione della componentistica protesica;
  • one stage: prevede un’unica fase chirurgica, si inserisce l’impianto, il quale viene dotato di un componente transmucoso (vite di guarigione) che guida la guarigione della gengiva. Una volta attesi i tempi per l’osteointegrazione si può procedere alla fase di connessione protesica, evitando il rientro chirurgico nel sito implantare.

In alcune selezionate e specifiche situazioni è possibile anche un cosidetto carico immediato degli impianti.
Criteri assoluti da rispettare sono:

  • assenza di concomitanti patologie sistemiche e pazienti non fumatori,
  • la presenza di una sufficiente quantità di osso residuo,
  • la stabilità primaria degli impianti al momento dell’inserimento,
  • la presenza di un buon bilanciamento delle forze di masticazione,

Gli impianti hanno una vita pressochè illimitata (gli studi più lunghi hanno 25 anni), se viene effettuata una quotidiana manutenzione igienica. Il rischio di fallimento implantare è dato:

  • nell’immediato post-intervento, dalla peri-implantite, ossia un’infezione ed infiammazione dei tessuti a contatto con l’impianto, con conseguente impossibilità di osteointegrazione,
  • da un carico protesico scorretto che può innescare un riassorbimento osseo progressivo nel tempo, con perdita dell’impianto. per scongiurare questi insuccessi è necessario progettare una buona protesi, ben bilanciata dal punto di vista dell’occlusione, avere una buona igiene orale quotidiana ed effettuare visite di controllo e manutenzione periodiche.

Gli impianti possono sostituire un dente singolo, un gruppo di denti ravvicinati (ponte su impianti), un’intera arcata dentaria, oppure possono servire a stabilizzare una protesi totale superiore e/o inferiore.